Romagnoli abbiate il coraggio di pensare con la vostra testa!

Quando andavo a scuola capitava spesso che venissi additato dai miei compagni di classe che dicevano: «Perché tu devi fare per forza le cose diverse dagli altri?». Altre volte mi dicevano: «Tu non sei normale» pensando di dirmi qualcosa di dispregiativo…

Non comprendevano che non avevo subìto l’indottrinamento classico, per cui raramente la nostra concezione di ”normale” collimava. Se siamo bravi, ci accorgiamo di quanto siamo indottrinati e ottusi quando ci confrontiamo con persone di una cultura completamente diversa dalla nostra e che quindi vedono le stesse cose in maniera decisamente differente. Solitamente pensiamo “questi sono proprio strambi”, sappiamo però che loro pensano lo stesso di noi.

Grazie alla globalizzazione del mondo e alla diffusione delle conoscenze ci si sarebbe immaginati sempre più accettazione e rispetto delle diversità. Invece quello che sta succedendo è che gli esseri umani, come i prodotti, stanno andando sempre più verso una standardizzazione e purtroppo chi se ne accorge è solo colui che viene additato con il classico “Tu non sei normale”.

Oggi lo standard dell’essere umano non è più dato dalla propria famiglia, dalle proprie tradizioni, dal proprio prete, la propria insegnante… Ma dalle grandi multinazionali che ci indirizzano nelle nostre azioni, molto di più di quello che immaginiamo.

Cosa ha in serbo il futuro se non cambiamo?

Il futuro ci vede tutti come robot, circondati dalla finzione o intelligenza artificiale come la chiamano. Nel giro di pochi anni per molti non avrà più senso viaggiare perché lo si potrà fare comodamente seduti in casa grazie a una stanza dedicata alla realtà aumentata, dove sarà possibile vivere un’esperienza quasi dal vivo e senza alcun rischio.

Il nostro corpo sarà costantemente tenuto sotto controllo da robot che viaggeranno nel nostro sangue e pagheremo con un chip sottocutaneo i nostri acquisti. Il lavoro manuale sparirà perché sostituito dalle macchine e forse si inventeranno anche qualcosa per non farci fare l’amore, troppo rischioso…

A una prospettiva di questo tipo ci sono 3 grandi risposte che possiamo dare. La prima, da uomini standardizzati, è quella di lasciare che le cose vadano come chi è al potere ha deciso che vadano. “Ho già troppe cose a cui pensare, non sono io che decido il mio futuro, quello della mia famiglia, della mia città e, figurati, della mia regione”. La seconda risposta è quella di contrastare questo cambiamento, magari rifiutando la tecnologia, facendo terrorismo e così via.

La terza risposta, quella di Vivi Consapevole in Romagna, è di vivere uno stile di vita alternativo dove siano valorizzate la biodiversità e le tradizioni. Una Romagna dove l’ecologia sia in primo piano rispetto all’economia in quanto non si può gestire qualcosa che non si conosce. Una Romagna dove la felicità delle persone sia in primo piano rispetto al guadagno a tutti i costi.

La tecnologia ci rende davvero felici?

Attualmente la domanda che si fanno le più grandi menti è: “questo nuovo prodotto tecnologico sfonderà il mercato?”. La domanda invece dovrebbe essere: “questo nuovo prodotto tecnologico ci renderà più felici?”. La risposta a questo secondo quesito purtroppo molto spesso è NO. La tecnologia ci sta aiutando in tante incombenze faticose e ripetitive ma non ci sta rendendo più felici. La tecnologia ci ha reso più indipendenti, ma anche questo ci porta a essere meno felici perché così abbiamo perso il senso di comunità. Il nostro vicino non è più importante, non è più la persona che ci soccorrerà nel momento del bisogno.  I romagnoli come tutti gli “occidentali” soffrono sempre più di ansia, depressione, malattie degenerative, malattie del cuore, nonostante il grande progresso tecnologico degli ultimi 50 anni.  

Allora essere sovversivi oggi vuol dire parlare il proprio dialetto, fare una camminata nel bosco, acquistare direttamente dal contadino o al mercato, aiutare il proprio vicino, muoversi in bicicletta o con un mezzo pubblico, acquistare un auto per spostarci e non per mostrarci, lavorare per qualcosa che dà felicità all’uomo, mangiare cibo fresco, bere acqua di sorgente, andare alla sagra di paese, incontrarsi con i vicini per migliorare qualcosa, buttare il televisore invece di cambiarlo, non usare farmaci, non indottrinare i propri figli… Insomma, essere sovversivo significa continuare a pensare con la propria testa!

Per fare tutto ciò è necessario coraggio, il coraggio di essere diversi dalla massa, diversi dalla definizione di ”normale” che ci ha dato la multinazionale, il coraggio di essere romagnoli consapevoli!

Non insegnate ai vostri figli ad adattarsi alla società, ad arrangiarsi con quel che c’è, a fare compromessi con quel che si trovano davanti. Dategli dei valori interiori con i quali possano cambiare la società e resistere al diabolico progetto della globalizzazione di tutti i cervelli. Perché la globalizzazione non è un fenomeno soltanto economico ma anche biologico, in quanto ci impone desideri globali e comportamenti globali che finiranno per indurre modifiche globali nel nostro modo di pensare. Il mondo di oggi ha bisogno di ribelli, ribelli spirituali! – TIZIANO TERZANI –

 

Francesco Angelo Rosso