Valorizza la tua terra e rendila autosufficiente

Un po’ di anni fa, ho letto un libro pubblicato da Macro Edizioni dal titolo Un istante dopo. L’autore racconta la storia di un paese ame­ricano che, a seguito di una catastrofe, met­te fuori uso tutte le centraline elettroniche per via di un’inversione dei poli magnetici. Di conse­guenza, qualunque apparecchiatura elettronica, in un istante, cessa di funzionare.

Posteriormente alla lettura di questo libro, mi è stato veramente chiaro quanto dipendiamo per tutto dall’e­lettricità e dall’elettronica. Senza centraline le auto non funzionano, i trasporti si bloccano, gli ospedali chiudo­no, i negozi si svuotano e ben presto la vita della gran parte delle persone diventa un incubo. Secondo l’au­tore del libro, un anno senza elettricità sterminerebbe il 70% della popolazione occidentale.

Oggi viaggiamo su un’auto prodotta in Giappone e alimentata da un combustibile che arriva dall’Arabia Saudita, mangiamo cibo che arriva dall’Argentina, ci vestiamo con abiti prodotti in Cina, ci riscaldiamo con il metano proveniente dalla Russia, arrediamo la no­stra casa con mobili svedesi, facciamo i nostri acquisti online da un sito americano, affidiamo i nostri rispar­mi a una banca olandese e così via. Qualsiasi prodotto consumiamo, viaggia in lungo e in largo per il pianeta. Il risultato di questo modo di vivere è che siamo tre­mendamente dipendenti da un’economia sulla quale non abbiamo il minimo controllo e spesso neanche una minima consapevolezza.

Oltre a creare danni ingenti con l’inquinamento di ter­ra, di aria, di acqua, con la distruzione di intere comuni­tà e con lo sfruttamento di manodopera a basso costo e minorile, diventiamo sempre più fragili. La nostra vita dipende da rapporti economici interna­zionali e dalle scelte di grandi corporazioni: noi non siamo più in grado di vivere senza di loro. Non sappiamo coltivare, non sappiamo riscaldarci, non sappiamo produrre energia, non sappiamo co­struire la nostra casa. Spesso sappiamo solo battere le nostre dita in uno strumento informatico, anch’esso oggetto di sfrutta­mento, in Africa per le materie prime e in Asia per l’as­semblamento.

Possiamo continuare a essere dipendenti dai grossi gruppi economici internazionali e di conseguenza asservire le loro scelte oppure scegliere di essere noi creatori della nostra vita e del nostro mondo: es¬sere autosufficienti.

Questa è una della ragioni principali che mi ha portato a fondare nel 2009 “La Fattoria dell’Autosufficienza”. Non mi piace un mondo di sudditi consumatori a favore di pochi gruppi di predatori internazionali. Non mi piace che il mio Paese diventi sempre più povero a favore di pochissimi ricchi. Non mi piace che il paradiso naturale – la nostra madre Terra – continui a essere abusato e sfruttato per l’interesse folle di pochi ricchi.

Penso che oggi ci siano le conoscenze sufficienti per creare una nuova era dove l’uomo torni a essere custode della Natu¬ra come avviene da sempre per i popoli nativi e perché ciò accada è necessario diffondere esempi concreti.

Autosufficienza e salute

Prima di ogni altra cosa, è necessario essere autosufficienti nella salute. La medicina scientifica, ossia quella che tutela gli interessi delle grandi case farmaceutiche internazionali, è un fallimento continuo per ciò che concerne la salute. Riesce a tenere le persone malate in vita per lungo tempo ed è molto abile nel gestire i sintomi di una malattia: tutto questo a discapito della salute. Oggi molti dati confermano che la medicina scientifica è la principale causa di malattia. La salute, o c’è o non c’è, e se dipendiamo in continuazione da farmaci e medici vuol dire che non siamo in salute e che non siamo autosufficienti. Come faremmo senza medico e senza farmaci? Se la nostra salute dipende da una pillola, sappiamo già che siamo poco resilienti. Da un giorno all’altro, potrebbe, per infiniti motivi, non essere più disponibile quella pillola.

Nascere in casa, essere allattati al seno, non vaccinarsi e non usare farmaci vuol dire essere autosufficienti e spesso vuol dire anche essere sani. Il mio medico mi ha visto 2 volte negli ultimi 15 anni: una volta ho chiesto un certificato medico sportivo necessario per fare una maratona, l’altra volta avevo bisogno che confermasse la mia stabilità mentale, per potere maneggiare le armi. Vivere in Fattoria circondato dalle montagne verdi, mangiare cibo sano e bere acqua di sorgente, è il modo in cui mi hanno fatto nascere e crescere i miei genitori e questo mi permette, ancora oggi, di essere autosufficiente e in salute.

Autosufficienza e acqua

Altro aspetto fondamentale è l’acqua! Senza acqua pura siamo spacciati. Nonostante il referendum contro la privatizzazione dell’acqua, la maggior parte di noi paga una bolletta a un’azienda privata e spesso è raggiunto dall’acqua tramite pompe elettriche che potrebbero smettere di funzionare. Ecco perché ho scelto di fondare La Fattoria dell’Autosufficienza in un luogo dove l’acqua delle sorgenti è autogestita e arriva agli edifici per caduta. L’acqua pura negli anni a venire sarà una risorsa sempre più rara perché stiamo continuando a inquinarla in tutti i modi possibili. Avere accesso a una sorgente di acqua pura, è un lusso già oggi e domani lo sarà ancora di più.

Autosufficienza e cibo

Quando siamo autosufficienti per la nostra salute e per l’acqua, è necessario pensare al cibo. È una follia sotto tutti i punti di vista far arrivare il cibo da altre parti del pianeta. In Italia si produce sempre meno cibo. Dal 1930 a oggi, la superficie dei boschi in collina e montagna è triplicata e la pianura si è ricoperta di cemento e asfalto.

Da quasi trent’anni la produttività dei terreni non aumenta: ciò comporta che grandi quantità di cibo di scarsissima qualità ci raggiunga da tutte le parti del mondo e in particolare dai luoghi dove si può inqui­nare senza limiti e fare sfruttamento di manodopera. Il cibo che in passato era considerato medicina, oggi è diventato invece causa di malattia, grazie anche alla manipolazione dell’industria alimentare.

In Fattoria cerchiamo quindi di autoprodurre tutto il possibile: cereali antichi, legumi, ortaggi di tutti i tipi, frutti di bosco. Frutta e uova vengono prodotti senza alcun utilizzo di concimi chimici, diserbanti, pesticidi o altre porcherie comunemente utilizzate in agricoltura convenzionale. In questo modo non inquiniamo quan­do coltiviamo, non inquiniamo quando trasportiamo e ci curiamo mentre mangiamo cibo sano appena rac­colto e di altissima qualità.

Autosufficienza ed energia

Anche l’aspetto energia è fondamentale. Oggi per l’energia in Italia dipendiamo dal petrolio dell’Ara­bia Saudita, dal nucleare della Francia e dal metano della Russia. Sarebbero bastati i nostri soldi, utilizzati invece dal governo per salvare le banche private, per riconvertire l’intera nostra infrastruttura energetica alle rinnovabili. Oltre a dipendere dall’estero, per la nostra energia, siamo anche molto abili nello sprecar­la. Oggi ci sono le conoscenze per fare case che non consumano energia, mentre invece si continua a co­struire e ristrutturare edifici che sono totalmente inef­ficaci sotto il profilo del consumo energetico.

In Fattoria abbiamo ristrutturato rispettando i crite­ri della classe A, utilizzando solo materiali naturali, mantenendo il vincolo storico-paesaggistico. Grazie a una caldaia a legna super efficiente, pannelli solari e impianto di riscaldamento microcapillare, usiamo solo poca legna del nostro bosco per scaldare gli edifici.

Per l’energia elettrica, al momento ci rivolgiamo a una società che garantisce solo energia prodotta da fonti rinnovabili ma siamo in procinto di renderci autosuffi­cienti tramite un impianto fotovoltaico e una centrale microidroelettrica.

Autosufficienza e ancora altro…

L’autosufficienza può essere anche istruzione, socia­lità, divertimento, cultura ecc. Non deve e non può essere autosufficienza solo di un singolo e nemmeno può essere vissuta in modo estremo. Non ho mai conosciuto nessuno autosufficiente al 100%, in tutto, e neanche penso sia possibile. Come la felicità, anche l’autosufficienza deve essere un tende­re, un andare verso. Già essere autosufficienti come regione sarebbe un risultato grandioso e per farlo sarebbe semplicissimo. Come fare? Compra solo prodotti e servizi roma­gnoli, patàca!

 

Francesco Angelo Rosso