10 idee fai-da-te per il vostro progetto in Permacultura
1. Tetti verdi
Non potrebbe essere più semplice. Per realizzare questo progetto il tetto può essere anche piatto, a patto che vi sia una leggera inclinazione per favorire il drenaggio dell’acqua. È necessario assicurarsi che le travi del tetto siano adatte a sostenere il peso di una piccola quantità di terreno. Ricoprire la superficie con dei vecchi tappeti o moquette e fissateli con delle assi. Fissare le sponde che devono contenere il terreno, ma lasciare un lato libero per il drenaggio. Stendere un telo da laghetto e puntarlo sulle assi. Preparare il terreno di coltura che può essere costituito da terra mescolata con compost di origine vegetale, granuli di argilla espansa o polvere di mattone. Il motivo per cui la terra si mischia con uno di questi materiali è ovviamente per alleggerire il carico. Si può quindi procedere a piantare piante resistenti alla siccità e riempire gli spazi vuoti con del pacciame a base di corteccia. Ora non resta che guardare le piante crescere e fiorire dando vita ad un vero e proprio paradiso per le api. In alternativa si possono acquistare dei tappeti di Sedum. In paesi come la Germania, che sono stati dei pionieri nel suo utilizzo, sono presenti alcuni meravigliosi esempi hi-tech di tetti in sedum su grandi edifici. Tuttavia, questo metodo fai-da-te per creare tetti verdi è ugualmente efficace e può costare un quinto in meno rispetto ai materiali convenzionali per la copertura del tetto.
2. Balconi commestibili
Le banchine delle finestre sono ottimi posti in cui coltivare erbe aromatiche e far germogliare semi e grani. Anche i balconi possono diventare spazi produttivi. Se sono soleggiati, alcuni graticci sulle pareti possono favorire la crescita di piante come i fagiolini. Vasi e contenitori a terra, sulle pareti, appesi al soffitto e alle grate possono permettere di coltivare una varietà di piante commestibili, dalle verdure annuali ai frutti come i mirtilli e le fragole. È possibile coltivare anche fichi e varietà di meli nani in vaso, anche se necessitano di potature e nutrimento. Gli aspetti più importanti della coltivazione in vaso sono nutrire ed innaffiare le piante regolarmente e assicurarsi che la struttura del balcone sia adatta a supportare il peso di vasi e contenitori. I balconi più ombreggiati possono essere l’ambiente ideale per piante come l’aglio orsino, le insalate e il rabarbaro. Si può anche valutare di predisporre alcuni tronchi inoculati con il micelio di funghi come l’orecchione e il shiitake.
3. Food Forest
Le food forest (foreste commestibili) sono esistite nelle regioni tropicali e sub-tropicali da tempi immemorabili. L’idea è quella di coltivare principalmente piante perenni riempiendo tutti gli spazi possibili: dalle radici alla copertura del terreno, dallo strato di arbusti fino ad arrivare a piccoli e grandi alberi. Fu Robert Hart che ebbe l’ispirazione durante un viaggio in Kerala e riportò l’idea con sé in Gran Bretagna. Robert sognava una foresta commestibile che potesse soddisfare il bisogno di erbe medicinali, cibo e altre utili risorse. Tuttavia, un conto è costruire questi sistemi in regioni del mondo che godono di tanto sole tutto l’anno, e un altro è cercare di replicarli nei climi temperati di Europa e Nord America. Per fortuna apparve sulla scena l’autore e orticoltore Patrick Whitefield che scrisse proprio della progettazione di foreste commestibili temperate, tenendo in considerazione stagioni di crescita più corta e minore quantità di luce solare. Per esempio, lasciando più spazio fra un albero da frutto e l’altro si possono sfruttare appieno i “margini” del terreno coltivato che sono i posti in cui la terra è più fertile e soffice. In questo modo prese piede l’idea che food forest perenni potevano essere adattate anche ai climi freddi.
4. Orti comunitari
Trattandosi di più appezzamenti in una stessa area, le persone possono condividere il lavoro e la produzione. In alcuni orti è stato fatto ancora di più e sono stati realizzati laghetti, compost toilet, ripari e perfino strutture per la pulizia di stoviglie. Questi luoghi sono utilizzati anche per visite educative al fine di mostrare la varietà di tecniche esistenti come case di paglia, compostaggio e sistemi di raccolta dell’acqua piovana. Sebbene non sia sempre consentito piantare alberi da frutto in questi orti, in altri è possibile. Questo ha incoraggiato la realizzazione di food forest comunitarie e frutteti.
5. Raccolta dell’acqua piovana
Ci sono molti modi per raccogliere l’acqua piovana. Piazzare un barile da 80 litri alla fine di un pluviale è il più semplice. Perché quindi non piantare qualche crescione d’acqua ai suoi piedi? Quando il barile sarà pieno, l’acqua finirà comunque nello scarico, ma non prima di avere innaffiato il crescione e averci regalato un raccolto extra. È possibile raccogliere ancora più acqua installando una cisterna da 3.500 litri sottoterra. In questo modo si può raccogliere fino al 90% dell’acqua per l’utilizzo annuale, il rimanente 10% è utilizzata per ripulire il sistema. L’acqua è destinata a tutti gli usi che non richiedano acqua potabile e convogliata in casa da una piccola pompa elettrica che si attiva automaticamente quando, per esempio, viene accesa la lavatrice.
6. Riutilizzare i pneumatici
Un’idea iniziale della permacultura era quella di utilizzare i pneumatici per la realizzazione di laghetti. Tagliare via il bordo di un lato del pneumatico con un coltello affilato, un seghetto o la lama taglia-metalli di un seghetto da traforo. Scavare una buca sufficientemente larga per contenere il pneumatico in modo che sia a livello del terreno e scavarne una più profonda sotto il livello del penumatico. Rimuovere eventuali sassi appuntiti e rami, posizionare un rivestimento di plastica o gomma nello scavo e in seguito il pneumatico con il lato non tagliato nella parte più bassa. Aggiungere quindi l’acqua, e avvolgere il rivestimento sulla parte interna del pneumatico e nel suolo a livello del terreno. Ricoprire il bordo con terra e sassi. Il lato tagliato del pneumatico si presta come margine utile alla crescita di piante. Un’altra idea per il riciclo di penumatici è di riempirli di terra o gesso per costruire muri di contenimento sugli argini. Un’idea ancora più umile è quella di coltivare patate in una pila di pneumatici di automobile. Infine si possono prendere 3 pneumatici di trattore, impilarli e riempirli gradualmente con materiali compostabili. Quando è il momento di utilizzare il compost si rimuove la pila un pneumatico alla volta e si spala via. Questa struttura può essere utile anche per coltivarvi vicino dei pomodori poiché accelera la loro maturazione.
7. Orti pacciamati senza lavorazione del terreno
La pacciamatura e la non lavorazione del terreno possono non essere esclusive della permacultura, ma di certo i permacultori le hanno adottate con entusiasmo e aggiunto il loro talento creativo nella progettazione. L’idea di non lavorare il terreno è semplice: il terreno sano è di per sé un ecosistema, una rete complessa di microrganismi, sostanze nutritive e materia organica necessari alla vita delle piante. Quando si scava il terreno si interrompe questo ecosistema e si riduce la fertilità. La maniera più semplice per coltivare ortaggi è farlo su bancali in cui il suolo non è lavorato, la materia organica può essere accumulata ed il terreno non è calpestato. Pacciamare il terreno è il punto di partenza più importante. Si possono utilizzare cartoni, carta da giornale, paglia, trucioli di legna, foglie secche, ecc. e si può piantare attraverso la pacciamatura già dal primo anno. Nei climi umidi lumache e chiocciole vanno ghiotte di pacciame e possono innescare un’esplosione di parassiti. Tuttavia si possono tenere sotto controllo attraverso sentieri fatti con cippato ruvido (a loro non piace attraversarli), coprendo le piantine con bottiglie di plastica trasparenti o mettendogli attorno dei cerchi di rame.
8. Animali trattori
Perché arare il terreno quando un uccello o un animale (es. galline o maiali) possono farlo naturalmente per noi? L’idea è quella di realizzare un “pollaio mobile” in giardino. Le galline raspano naturalmente il suolo, si cibano di parassiti e piccole erbacce e lasciano sul terreno il loro letame. Questo però non si applica a erbacce robuste e perenni come la gramigna che hanno radici molto profonde. Una volta che le galline hanno svolto il loro lavoro, il terreno è pronto per essere nuovamente piantato. Il risultato è una serie di funzioni svolte allo stesso tempo in linea con la migliore tradizione della permacultura: diserbatura, controllo dei parassiti e fertilizzazione del terreno a fronte di un esiguo lavoro da parte dell’agricoltore. I chicken tractor (come vengono chiamati questi “pollai mobili”) sono semplici da costruire, ma molto efficaci e ovviamente si possono realizzare anche con design eleganti per costruire veri e propri alloggiamenti su ruota facili da trasportare. Su una superficie più vasta si può ricorrere a maiali lasciati liberi da utilizzare per arare il terreno e prepararlo per la coltivazione. I maiali possono sradicare il foraggio e lasciano il terreno nudo, ma ricco del loro letame e pronto per essere spianato e ripiantato.
9. La serra di galline
Sfruttare le sinergie – l’antitesi della monocultura. Le galline sono per natura animali davvero molto utili. Non solo ci forniscono carne e uova, ma sono anche utili per lo smaltimento dei rifiuti dato che si cibano di rifiuti vegetali ed erbacce. Producono un letame molto ricco per il giardino e sono ottime per tenere sotto controllo i parassiti. Collocando il pollaio nel lato più ombreggiato di una serra si può anche sfruttare il calore delle galline di notte, la loro anidride carbonica per le piante e di prima mattina si può trarre vantaggio dal calore che arriva dalla parte soleggiata della serra per riscaldare l’ambiente delle galline e stimolarle a deporre. Si può aggiungere un raccoglitore di acqua piovana sul tetto e un sistema di foraggio per rendere le galline ancora più auto-sufficienti. Se si progetta questo sistema all’interno di un orto produttivo, magari con un frutteto, il rendimento sarà ancora maggiore. In un sistema a batteria l’anidride carbonica delle galline, il letale, le piume e il calore sono considerati inquinanti, ma in un sistema di permacultura in piccola scala diventano elementi preziosi. La chiave è la relazione fra tutti gli elementi e la progettazione in modo tale che diventino risorse utili in virtù della loro collocazione.
10. Gli swale
Uno swale è una piccola fossa che trattiene l’acqua e le permette di penetrare nel suolo. Gli swale sono costruiti sulle curve di livello e rallentano o addirittura fermano il deflusso dell’acqua e l’erosione del suolo. Possono essere piccole creste in un giardino, pile di rocce poste lungo un pendio o buche scavate nel terreno. È fondamentale piantare nei margini per stabilizzare il terreno, ma soprattutto per evitare la salinizzazione, un grande problema nei climi aridi. L’altopiano del Loess in Cina è un bell’esempio dell’utilità degli swale. L’altopiano copre una superficie pari a quella della Francia nella Cina nord-occidentale ed è uno dei posti al mondo con il più alto tasso si erosione del suolo. Negli ultimi anni, tuttavia, l’abbandono dell’agricoltura sui versanti scoscesi e l’avvio di terrazzamenti e swale su larga scala hanno fatto la differenza e c’è stata una rinascita della tradizionale coltivazione a terrazza. Grazie agli swale è stato possibile piantare migliaia di alberi che hanno iniziato a stabilizzare parti dell’area e a fornire cibo agli abitanti e foraggio per gli animali. Per maggiori informazioni sugli swale potete consultare il nostro articolo qui.
Articolo tradotto da: https://newint.org/features/2007/07/01/tips/
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