Il biochar: una risorsa per un’agricoltura sempre più sostenibile
Il biochar è un carbone vegetale che si ottiene da legname o da biomassa tramite il processo conosciuto con il nome di pirolisi, nel quale avviene la decomposizione termochimica di materiali di natura organica in assenza di ossigeno. In poche parole, si fornisce calore al materiale da trattare, in modo da creare l’energia necessaria per rompere alcuni legami chimici all’interno delle molecole complesse e trasformarle in molecole più semplici. Il risultato è il biochar, un carbone vegetale con un contenuto di carbonio fino al 90% e la cui struttura compatta lo rende non degradabile dai microrganismi del suolo, pertanto è in grado di stoccare carbonio invece che farlo tornare all’atmosfera sotto forma di CO2.
Ma perché a La Fattoria dell’Autosufficienza siamo così entusiasti di utilizzare il biochar?
È un ammendante dei terreni.
Questo significa che ha effetti positivi sulla fertilità del terreno in cui viene interrato, andando a migliorarne le caratteristiche fisiche, chimiche, biologiche e meccaniche grazie alla sua elevata porosità. Inoltre, conferisce struttura al terreno, il che rende il biochar di grande potenziale per superare alcuni dei più grandi limiti del suolo come, ad esempio, i terreni sabbiosi.
Migliorando la fertilità del terreno, anche la produzione agricola aumenta e questo effetto si protrae per un periodo di tempo talmente lungo che non è ancora stato ben definito. In alcune aree amazzoniche del Brasile, per esempio, esistono appezzamenti di terreno particolarmente fertili grazie al fatto che gli indios vi hanno interrato del biochar come concime qualche migliaio di anni fa.
Sequestra la CO2
Una maggior fertilità si traduce inoltre in una maggior efficienza fotosintetica, in un maggior sviluppo della biomassa e quindi in un maggior sequestro di carbonio. L’anidride carbonica viene accumulata nel terreno invece che essere liberata nell’atmosfera e questo rende il biochar una risorsa molto utile per la mitigazione delle emissioni di CO2 in atmosfera derivanti dall’attività umana.
Permette di risparmiare acqua
La sua alta porosità aumenta la ritenzione idrica e quella degli elementi nutritivi, che in questo modo rimangono più a lungo disponibili per le piante. Ovviamente un aumento della capacità idrica del terreno comporterà una minore necessità di irrigare le colture. Inoltre, la sua presenza nel terreno impedisce la lisciviazione dovuta alle piogge di nitrati e fosfati, andando a preservare le falde acquifere e la fertilità stessa del terreno.
Può essere utilizzato per disinquinare terreni compromessi
Una proprietà interessante del biochar consiste nella capacità di adsorbire e trattenere inquinanti persistenti e cancerogeni, rendendolo potenzialmente utile negli interventi di bonifica ambientale, sia per i terreni contaminati da metalli, che per il trattamento delle acque.
Può essere utilizzato per la produzione di compost
Quello dell’interramento nel suolo coltivato non è l’unico metodo di impiego del biochar in agricoltura, esso infatti può essere utilizzato anche per la produzione di compost. Stando alle ultime ricerche, l’aggiunta di biochar al processo di compostaggio riduce i tempi, le emissioni di gas serra (metano e ossido di diazoto), le perdite di ammoniaca e gli odori sgradevoli, oltre che a fungere da materiale di riempimento per il compost. D’altra parte, il processo di compostaggio arricchisce il biochar di nutrienti senza intaccarne la struttura.
A quantità adeguate, il biochar accelera il processo di compostaggio principalmente migliorando l’omogeneità e la struttura della mistura di materiali organici e stimolando l’attività microbica (funge allo stesso tempo da riparo e da catalizzatore). L’aumento di temperatura che deriva da questa maggiore attività si traduce in tempi più ridotti di sviluppo del compost.
La natura porosa del biochar fa sì che possa assorbire una grande quantità di acqua, ridurre la densità della massa di compost e facilitarne l’aerazione. Sarà comunque necessario smuovere le pile, aggiungere acqua e monitorare come al solito, ma l’impiego di una piccola quantità di biochar può rendere il lavoro un po’ più semplice.
Anche a La Fattoria dell’Autosufficienza abbiamo voluto sperimentare la produzione di un super compost al biochar. Base di letame, crusca, paglia sminuzzata, lievito, zucchero, cenere, come dimostrano le foto qui sotto, scattate l’8 maggio 2018. Ovviamente non mancheremo di darvi aggiornamenti in futuro!
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