Rinascere dalle ceneri dell’epidemia
È oggi il giorno per iniziare a costruire il nostro nuovo mondo, più ecologico, sostenibile, sano e felice. Serve solo fare il primo passo…
Sono una persona estremamente fortunata. È ciò che credo e che spesso mi viene ribadito. Sono fortunato perché sono nato in casa, in una famiglia consapevole, sono nato sano, ho bevuto il latte di mia madre, non sono stato vaccinato, ho mangiato sempre cibo biologico e di qualità, sono vissuto in mezzo alla natura, non ho mai guardato la TV, andavo bene a scuola, ho viaggiato molto, sono diventato imprenditore a 21 anni, ho acquistato tanta terra in montagna a 24, vivo con una splendida compagna e ho amici che condividono i miei stessi valori…
Ma i motivi che mi rendono oggi ancor più fortunato sono che non ho bisogno di dottori e farmaci, non conosco nessuno che si è ammalato seriamente di Covid19, vivo a La Fattoria dell’Autosufficienza, un paradiso terrestre a Bagno di Romagna, gestisco Macrolibrarsi, azienda cesenate fra le poche che, nonostante le misure restrittive, ha sempre mantenuto la propria operatività.
Non sono un frequentatore di locali, stadi, cinema o altri luoghi pubblici affollati per cui la mia vita non è più di tanto cambiata nell’era del covid19.
Potrei starmene comodamente ed egoisticamente a godermi la mia fortuna, ma vivere in una società sana, con saldi principi e valori, che rispetta l’ambiente e l’uomo, è uno dei miei sogni più grandi e ho sempre lottato – e voglio continuare a lottare – per realizzarlo.
Il paradiso in terra esiste già
Il paradiso oggi per me esiste già: è La Fattoria dell’Autosufficienza, il centro di ecologia applicata situato nell’Appennino romagnolo, ai confini del Parco delle Foreste Casentinesi, un luogo meraviglioso, con un panorama mozzafiato e una natura in parte incontaminata.
Con la mia famiglia volevamo realizzare un luogo di bellezza, in cui le persone si prendono cura della terra e di loro stesse, e che possa diventare un’alternativa tangibile per un nuovo stile di vita sostenibile e in armonia con l’ambiente. La Fattoria è la realizzazione di questo desiderio e vi confesso che domani lo vorrei vedere espandersi in tutta la Romagna e dopodomani su tutta la Terra.
La tragica esperienza del Covid19, e tutto il teatro che vi è stato costruito intorno, è un’ottima opportunità per ripartire in maniera diversa, per rinascere dalle ceneri dell’epidemia.
Tante persone oggi, dopo essere state recluse in casa, hanno iniziato a riscoprire i gesti tradizionali ancestrali come fare l’orto, cucinare, autoprodurre, fare il pane in casa, piccoli lavori di artigianato ecc. La reclusione, in molti, ha riacceso il sogno di vivere in campagna, di tornare ad accudire degli animali, coltivare la terra e mangiare ciò che essa ci offre.
Io credo che la lezione da imparare dalla tragedia che ci ha colpito sia questa: dobbiamo cambiare il modo di consumare, produrre, curarci e relazionarci. I potenti di ogni parte del mondo si opporranno violentemente a questa tendenza ma uniti e con coraggio possiamo diventare più forti di chiunque.
Il primo passo verso il Bene Comune
Il primo passo per cambiare il mondo, migliorare l’ambiente, la salute e la qualità di vita di tutti è sicuramente iniziare ad autoprodurre il cibo che mangiamo e ridurre il più possibile il consumo di ciò che non può essere prodotto in regione. Ciò presuppone l’abbandono della visione globalizzata dell’economia guidata dalla competitività, per accogliere una nuova visione guidata dal Bene Comune.
Su queste basi nel 2009 abbiamo fondato La Fattoria dell’Autosufficienza acquisendo 70 ettari di terra abbandonata in montagna, per creare un nuovo modello tangibile di stile di vita sostenibile. Per progettarla abbiamo adottato la permacultura, un’unione di varie branche della scienza che ci insegna come progettare insediamenti umani sostenibili nel tempo. Abbiamo adottato le 3 etiche della permacultura: cura della terra, cura delle persone e condividere il surplus. In questi 10 anni abbiamo ristrutturato e realizzato nuove strutture in bioedilizia, riscaldate con la legna dei nostri boschi, abbiamo costruito acquedotti con l’acqua di sorgente, terrazzamenti, fossi livellari e laghi, orti e frutteti.
Coltiviamo erbe aromatiche, produciamo miele e uova da galline felici. In maniera più estensiva abbiamo campi dedicati a legumi e cereali come i grani antichi. Definire le nostre coltivazioni biologiche è riduttivo, perché valgono molto di più.
Ogni fine settimana invitiamo esperti e organizziamo corsi pratici sull’autoproduzione, la salute, lo yoga e la spiritualità per affrontare in maniera olistica la vita.
Forse ciò che ci differenzia maggiormente rispetto a tanti altri progetti è proprio l’approccio olistico, alla biodiversità e alla multifunzionalità. Per quanto possibile, cerchiamo di prenderci cura al meglio di ogni aspetto della vita.
Il progetto della Fattoria dell’Autosufficienza ha richiesto investimenti importanti. La sua replicazione tale e quale è certamente accessibile a pochi – e forse avrebbe anche poco senso – ma il suo spirito invece può essere replicato anche in piccoli progetti, magari prendendo spunto dai singoli pezzi che compongono il quadro.
Oggi, come ripete sempre il mio caro amico Daniel Tarozzi di Italia che Cambia, gli esempi di persone che hanno deciso di vivere diversamente dagli stereotipi che ci vengono proposti dai media mainstream sono a milioni. Le informazioni per attuare il cambiamento sono facilmente reperibili. Le motivazioni non sono mai state così grandi.
Non resta che armarci di buona volontà e, come fecero i nostri nonni dopo la guerra, iniziare a costruire il nuovo mondo.
Scritto da Francesco Rosso.
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