AUTOCOSTRUIRE è FACILE!
Dall’11 al 13 luglio, alla Fattoria dell’Autosufficienza, si è tenuto il corso di autocostruzione di un pannello fotovoltaico.
Il docente, Luigi Lisi, ha insegnato ai partecipanti teoria e pratica della costruzione di un pannello fotovoltaico, acquistando solo le celle e utilizzando materiali di recupero. Luigi ha inoltre fornito conoscenze ed esempi relativi a come rendere indipendente a livello energetico la propria casa o il proprio progetto.
Abbiamo approfittato di questo felice evento per fargli qualche domanda.
È possibile per chiunque costruirsi il proprio pannello fotovoltaico o è necessario essere elettronici o elettricisti?
Ho fatto tanti corsi in giro per l’Italia e devo dire che tutte le persone che ho seguito, anche quelle che non avevano una grande manualità e destrezza, sono riuscite senza difficoltà a portare a termine il lavoro.
Tutti sono in grado di autocostruirsi un pannello fotovoltaico, senza bisogno di essere elettronici o elettricisti.
Cosa serve per autocostruire un pannello fotovoltaico?
Il materiale che ci serve per autocostruire il pannello è di uso comune e di facile reperibilità.
Abbiamo bisogno dei seguenti attrezzi: uno stagnatore da 40 o 60 watt, dello stagno, delle forbici, una pistola per il silicone con silicone neutro, una superficie piana da usare come banco da lavoro.
Per quel che riguarda il materiale di consumo ci servono: schede fotovoltaiche, nastro ribbon (un nastro di rame trafilato pre-stagnato), un disossidante che si trova in pennarellini (Flux) che serve per aiutarci a stagnare le striscioline di ribbon sulle schede, lastre di vetro.
Dove possiamo acquistare attrezzi e materiali?
Per gli attrezzi possiamo rivolgerci a qualsiasi ferramenta o negozio di brico.
Per quel che riguarda i materiali, le schede, il ribbon e il Flux possiamo provare ad acquistarli presso una ditta che costruisce pannelli, se ne troviamo una nella nostra zona, oppure possiamo acquistare in rete.
Per quel che riguarda il vetro, io mi rifornisco gratuitamente presso aziende che producono infissi: per loro il vetro è un materiale di scarto e devono pagarne lo smaltimento, per cui sono ben felici che qualcuno li alleggerisca di un costo, recuperando direttamente il materiale.
Oggi che i prezzi dei pannelli fotovoltaici si sono molto abbassati è ancora conveniente autocostruirli?
Bella domanda. Prima di tutto dobbiamo capire cosa vuol dire conveniente.
Fino a pochi anni fa il rapporto tra acquisto e autoproduzione, in termini monetari era 4 a 1, per cui l’autoproduzione risultava molto conveniente. Ora siamo su 2 a 1: acquisto a 200 e autocostruisco a 100.
Voglio precisare che parlo di pannello e non di impianto, perché in questo caso bisognerebbe fare ulteriori distinguo.
Nel costo del pannello autocostruito non contemplo il tempo impiegato, così come non hanno una controparte economica il divertimento e la soddisfazione di aver fatto un lavoro con le proprie risorse ed energie.
Inoltre in un pannello autocostruito posso sempre andare a mettere le mani: so come è fatto e posso ripararlo con facilità.
Quali sono i problemi legati alle energie da fonti rinnovabili e quali sono i migliori sistemi di accumulo dell’energia?
Il problema legato alle rinnovabili è la non costanza delle fonti: sole e vento non sono continui 24 ore su 24. Per questo, per evitare l’accumulo di energia in batteria, devo cercare di modificare le mie abitudini e utilizzarla nei momenti di massima produzione.
Un sistema che conosco e che ritengo all’avanguardia (da anni sono impegnato in un progetto sul tema) per la produzione e lo stoccaggio di energia pulita è quello di usare l’energia che ho in più nei momenti di massima produzione per scomporre l’acqua in ossigeno e idrogeno.
L’idrogeno può essere stoccato e utilizzato quando serve come combustibile (caldaie e fornelli), carburante per un motore, utilizzato in celle a combustibile per la produzione di energia elettrica.
Cosa ne pensi dell’impatto ambientale di pannelli fotovoltaici e impianti eolici?
Penso che sia un tema molto strumentalizzato.
È vero che c’è stato un utilizzo non corretto di questi impianti (penso ai campi a terra di fotovoltaico o alle pale eoliche montate su larga scala), ma dobbiamo vedere quali sono le alternative.
Le alternative al momento sono ancora il petrolio, il carbone e il nucleare, e tutto questo è molto, molto peggio del danno ambientale prodotto da impianti rinnovabili di grandi dimensioni.
È possibile staccarsi completamente dalla rete elettrica e non pagare più le bollette dellelettricità? Hai qualche esempio?
Sì, anche se dobbiamo fare un po di considerazioni.
È tutto molto legato alle nostre credenze e abitudini. Possiamo realizzare degli impianti a uso domestico da fonti rinnovabili in grado di soddisfare le esigenze di consumo di energia elettrica di una famiglia: dobbiamo solo pensare a una revisione delle nostre abitudini, come dicevo più sopra.
Ma si può andare oltre: l”ecovillaggio Il Giardino della Gioia, sul Gargano ha realizzato nel 2010, in autocostruzione, un proprio impianto che produce un kw ogni ora in caso di sole.
Il primo passo da fare, secondo me, è fare degli interventi integrativi che, andandosi ad accumulare, si sostituiscono, nel tempo, alla rete elettrica, che diventa inutile.
Abbiamo intervistato Luigi Lisi
Luigi Lisi, riminese del 1963, per diversi anni ha ricoperto il ruolo di tecnico (parte meccanica, autronica), inizialmente in unofficina propria, in seguito per diverse grosse case automobilistiche e motociclistiche. Nato con il pallino del riciclo e del riutilizzo, ha progettato e collaborato alla realizzazione di mass stove integrate con riscaldamento di acqua per uso sanitario e per termoriscaldamento.
Ha messo a punto una tecnica di autocostruzione di impianto fotovoltaico per rendere autonomo il camper, una casa, un villaggio. A tal proposito, ha realizzato un macchinario per il taglio delle celle fotovoltaiche, utilizzando materiale di recupero, per poter ottimizzare la dimensione di un pannello secondo le proprie necessità. Al momento sta lavorando alla progettazione di un impianto solare termico integrato con recupero del calore derivante da biomasse.
In fase di studio e sperimentazione: elettrolizzatore per scomposizione dell’acqua; pirolisi per alimentazione motore a scoppio; autocostruzione di un piccolo impianto eolico. Attualmente in collaborazione con il prof. Nicola Conenna, lUniversità di Bari e la città di Taranto, sta lavorando al progetto H2U, che prevede la realizzazione di un impianto civile a basso costo con l’utilizzo dell’idrogeno come accumulatore per rendere autosufficienti energeticamente le strutture civili e non.
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