di Melania Tizzi per La Fattoria dell’Autosufficienza.

Il seminario condotto da Peter Wohlleben in Fattoria ha permesso di osservare da vicino la straordinaria organizzazione del mondo vegetale.

Lo scorso settembre la Fattoria dell’Autosufficienza di Bagno di Romagna ha avuto la fortuna di ospitare un seminario molto particolare, condotto da un relatore il cui curriculum non farebbe di certo pensare di trovarsi di fronte a una superstar della saggistica internazionale.

Peter Wohlleben, autore del libro La Vita Segreta degli Alberi (Macro Edizioni), ha prestato servizio per più di vent’anni presso il Corpo Forestale tedesco e oggi, dopo essersi licenziato per poter mettere in atto le sue convinzioni ecologiche, dirige un’azienda forestale ambientalista nella regione dell’Eifel – in Germania – in cui pratica il ritorno alla foresta vergine

Già autore di diversi libri sull’ecologia, difficilmente si sarebbe aspettato che un libro sulle relazioni sociali tra gli alberi finisse ai primi posti delle classifiche dei bestseller e che venisse tradotto in più di venti lingue.

Risulta quindi evidente come l’interesse verso queste tematiche sia vivo nei lettori sparsi un po’ in tutto il mondo e, durante l’evento in Fattoria, è stato possibile toccare con mano parte di questo entusiasmo. Un interesse preannunciato, tra l’altro, anche dalla rapidità con cui l’evento è andato sold out.

Peter ci ha fatto notare una cosa fondamentale che dovremmo imparare dagli alberi, e che non ha nulla a che vedere con il freddo nozionismo: cerchiamo di prendere esempio dagli alberi ed essere anche noi più pazienti; impariamo il valore della collaborazione e dell’aiuto reciproco, perché solo così potremo vivere in armonia con gli altri.

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L’affascinante organizzazione degli alberi

I boschi che circondano la Fattoria e la vicinanza al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi hanno fatto da perfetta cornice al seminario esperienziale con l’autore, che si è svolto nell’arco di due mezze giornate tra la sala principale dell’Agriturismo e i boschi limitrofi.

Durante la prima parte di seminario i partecipanti hanno appreso informazioni preziose sul funzionamento dell’ecosistema del bosco, sui delicati rapporti interpersonali – o meglio, “intervegetali” – tra una specie arborea e l’altra, sull’influenza fondamentale che la salute delle grandi foreste del mondo esercita sul clima e tanto altro. Tante sono state le domande, così come gli sguardi stupiti e i sorrisi che sono sorti spontanei nel rendersi conto che, proprio come noi esseri umani, anche gli alberi sono creature sensibili e reagiscono agli stimoli esterni comportandosi di conseguenza, nel bene e nel male. Seppur diversamente da come siamo abituati a osservare, anche le piante provano qualcosa di molto simile all’amicizia e all’amore materno, così come all’insicurezza e alla paura.

E proprio nel momento in cui i presenti credevano di essere stati catapultati in un romanzo fantasy, ecco che sono spuntati numerosi studi, condotti da università e istituti di ricerca internazionali, che avvalorano queste tesi. È stato persino provato che nella punta delle radici di un albero si trovano strutture simili a quelle presenti nel cervello umano.

E c’è dell’altro! Esattamente come accade nel regno animale, anche le piante sono dotate di consapevolezza e senso di appartenenza: nessun membro della stessa specie viene lasciato indietro dai propri simili che, in caso di necessità, possono provvedere al suo sostentamento anche per centinaia di anni. Inutile dirlo, abbiamo veramente tanto da imparare dagli alberi. Nei due giorni le informazioni sono state tante, gli argomenti variavano spesso e in molti prendevano appunti.

Esattamente come accade nel regno animale, anche le piante sono dotate di consapevolezza e senso di appartenenza: nessun membro della stessa specie viene lasciato indietro dai propri simili che, in caso di necessità, possono provvedere al suo sostentamento anche per centinaia di anni.

Peter passava a descrivere gli aspetti più pragmatici della vita di una foresta e forse, ascoltando le sue parole, in molti si saranno chiesti di che colore sarebbero i conti di molte nazioni, se solo la carica di Ministro dell’Economia fosse ricoperta da un vecchio faggio. Può sembrare folle, ma gli alberi sono dei veri professionisti nella gestione delle risorse di cui dispongono, specialmente dell’acqua: se durante l’estate precedente si sono trovati improvvisamente a secco perché se ne è consumata troppa, in quella successiva saranno più parsimoniosi.

Un seminario esperienziale in mezzo al bosco

Il giorno successivo il seminario non poteva che proseguire in mezzo alla natura, tra quei tronchi e quei rami dalle forme non sempre perfette di cui si parlava la sera prima. Il boschetto prescelto non distava molto dalla Fattoria, era quindi un’ottima occasione per mostrare ai partecipanti alcune curiosità difficili da spiegare solo a parole, come ad esempio che per capire l’età di un albero non è obbligatorio tagliarne il tronco, ma esistono metodi molto più amichevoli, come l’osservazione di piccole pieghe che si ammassano sui rami più sottili.

Grazie alla sua esperienza e all’acuta capacità di osservazione, Peter sembrava conoscere già quei luoghi, tant’è che da semplici indizi riusciva a dedurre molte informazioni sui terreni che stavamo percorrendo: la presenza di un arbusto di ginepro indica che quello che oggi è un bosco tempo fa era una zona adibita a pascolo. Gli alberi circostanti erano infatti molto giovani e lo si capiva dalla presenza di fiori e pianticelle sul terreno, dovuta alla luce che le chiome rade degli alberi lasciavano trapelare.

Il tour nel bosco si è concluso con una riflessione importante. Peter ci ha fatto notare una cosa fondamentale che dovremmo imparare dagli alberi, e che non ha nulla a che vedere con il freddo nozionismo: cerchiamo di prendere esempio dagli alberi ed essere anche noi più pazienti; impariamo il valore della collaborazione e dell’aiuto reciproco, perché solo così potremo vivere in armonia con gli altri.