È ora dell’Ecosovversione
Romagnoli abbiate il coraggio di pensare con la vostra testa!
Quando andavo a scuola capitava spesso che venissi additato dai miei compagni di classe che dicevano: «Perché tu devi fare per forza le cose diverse dagli altri?». Altre volte mi dicevano: «Tu non sei normale» pensando di dirmi qualcosa di dispregiativo…
Fai girare l’economia locale e compra romagnolo!
Valorizza la tua terra e rendila autosufficiente
Un po’ di anni fa, ho letto un libro pubblicato da Macro Edizioni dal titolo Un istante dopo. L’autore racconta la storia di un paese americano che, a seguito di una catastrofe, mette fuori uso tutte le centraline elettroniche per via di un’inversione dei poli magnetici. Di conseguenza, qualunque apparecchiatura elettronica, in un istante, cessa di funzionare.
La salute autosufficiente
L’uomo, come la terra, ha bisogno di equilibrio e biodiversità per vivere nel pieno delle proprie facoltà e realizzare il meglio di sé
La maggior parte delle forme di vita sulla Terra sta vivendo una fase di indebolimento costante, fra queste l’essere umano è sicuramente quello che sta soffrendo di più, anche se spesso non ne è cosciente. Gli uomini occidentali sono costantemente e cronicamente malati, sia fisicamente che mentalmente, ma spesso non se ne accorgono: i medicinali messi a punto dalle multinazionali del farmaco alleviano i sintomi, riducono il dolore e mantengono in vita per lungo tempo persone malate. Il prestigio della medicina spesso si basa sulle statistiche di riduzione della mortalità e di alcune malattie a seguito dell’industrializzazione di un Paese, ma questi numeri sono soprattutto dovuti alla modificazione dell’habitat, del regime alimentare e all’adozione di elementari misure d’igiene. Le fognature, l’acqua pulita e igienizzata, tre pasti al giorno o lavare i piatti hanno avuto un’influenza molto maggiore sul miglioramento della salute e dell’aspettativa di vita rispetto dell’insieme dei complessi metodi di cure specialistiche.
RI-cominciare a prenderci cura del mondo
Permacultura, autosufficienza e tanta voglia di migliorare la nostra realtà
Quando mi trovo a parlare con qualcuno di quel che sarà il futuro dell’uomo, ricevo le risposte più incredibili: da chi non si preoccupa minimante della cosa a chi è completamente catastrofista, “tanto non c’è più niente da fare”.
L’agricoltura naturale può salvare il mondo
Dagli evidenti disastri dell’agro-business alla straordinaria produttività delle micro-fattorie a misura d’uomo e di Pianeta
Esistono centinaia di modi di fare agricoltura e tante sfaccettature diverse, ma sommariamente potremmo dividere l’agricoltura in due grandi categorie. La prima categoria è l’agricoltura industriale, caratterizzata dalla costante ricerca per sostituire i sistemi naturali che regolano i cicli della terra con sistemi artificiali che dovrebbero, in teoria, ottenere migliori risultati per l’uomo. La seconda categoria, che si potrebbe definire agricoltura naturale, cerca di capire più a fondo i cicli della terra per imitarli e trarne beneficio. È un’agricoltura che richiede molte più conoscenze e manodopera ed è orientata all’autosufficienza e la territorialità.
5 Buoni motivi per fare Permacultura in Italia
La Permacultura nasce in Australia negli anni ’70 dalle intuizioni di Bill Mollison e David Holmgren. Nonostante la peculiarità del territorio australiano, i principi della Permacultura sono talmente universali che possono essere applicati ovunque e, soprattutto, non c’è tempo migliore di quello attuale per iniziare. Anche in Italia abbiamo innumerevoli buone ragioni per mettere in pratica questo sistema, anzi, questa “filosofia di vita”, ma per ora ci limitiamo a darvene 5 che già riteniamo più che convincenti.
Integrare e dare valore ai margini
La relazione come elemento chiave nella progettazione in Permacultura
La Permacultura è nata come sistema di progettazione del territorio che integra armoniosamente l’uomo con l’ambiente e i suoi elementi, ovvero abitazione, alimentazione, risorse naturali, relazioni umane e sociali. L’obiettivo è progettare insediamenti duraturi, il più possibile simili a ecosistemi naturali, tramite il riconoscimento, l’utilizzo e l’armonizzazione delle componenti del paesaggio (morfologia, clima, terreno, acqua, vegetazione, animali), sviluppando rapporti di sostegno reciproco tra gli elementi dell’ambiente e i bisogni delle persone.
Chi era Emilia Hazelip
Abbiamo già parlato dell’agricoltura sinergica in un precedente articolo, ma oggi vorremmo approfondire la vita e le aspirazioni della sua ideatrice, la spagnola Emilia Hazelip (Barcellona, 1937 – Carcassonne, 2003)
Quando nacque nel 1937, le bombe cadevano sulla sua città natale, Barcellona, e quando Emilia compì 18 anni decise di lasciare la Spagna intraprendendo un percorso di vivace messa in discussione degli schemi prestabiliti. Già agli inizi degli anni ’60 Emilia sperimentò la vita in comunità agli albori del movimento hippie, rendendosi presto conto di come le pratiche dell’aratura e della coltivazione su terreni lasciati scoperti fosse assolutamente contro natura. Allo stesso tempo Emilia voleva trovare forme diverse per vivere a contatto con la terra, nel rispetto delle leggi della natura e reintegrando l’essere umano nel ciclo della vita.
Il paradiso in terra
Ciò che seminiamo oggi, lo raccoglieremo domani
Fin da piccolo ho cercato di immaginarmi quale sarebbe stato il lavoro più bello del mondo. Inizialmente dicevo che avrei voluto fare il boscaiolo. Poi cambiai idea, volevo diventare guardia forestale. Mi iscrissi all’Istituto Professionale per l’Agricoltura e l’Ambiente proprio con questa intenzione ma dopo 2 anni cambiai nuovamente idea. A 19 anni, neodiplomato decisi di iscrivermi a Economia del Turismo perché mi piaceva l’idea di viaggiare.
A 20 anni però venni catapultato a gestire l’azienda di famiglia e così mi convinsi che volevo fare l’imprenditore e iniziai a studiare per questo. A 24 anni acquistai insieme alla mia famiglia 70 ettari di terra e così decisi che sarei diventato contadino. Oggi a 33 anni, faccio l’imprenditore, il contadino, il boscaiolo, gestisco un agriturismo e tutto ciò che avevo pensato singolarmente esiste in contemporanea. Amo quello che faccio ma ancora di più amo l’idea di progettare il luogo più bello del mondo.
8 Piante per l’orto in Permacultura
La permacultura sta diventando un sistema di progettazione di orti e giardini sempre più utilizzato e apprezzato. In questo articolo vedremo 8 piante che possono aumentare la produttività e la salute del vostro orto, riducendo al minimo il tempo da dedicare alla sua manutenzione.
Le piante ci aiutano a creare ecosistemi più sani per il nostro orto e ci permettono di avere più tempo per sederci e goderci il nostro giardino! Le piante fertilizzano, attraggono insetti impollinatori e insetti benefici, forniscono pacciame e tengono lontani i parassiti. Di seguito una lista delle mie 8 piante preferite per l’orto in permacultura.
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