5G: il dilemma a Bagno di Romagna
Cosa sceglieranno i cittadini della comunità montana: la salute o la tecnologia?
Il Touring Club Italiano, tramite l’Associazione dei Paesi Bandiera Arancione, ha stipulato un accordo quadro con la società INWIT Spa per il lancio del 5G nei borghi e piccoli centri italiani che aderiranno all’offerta.
Bagno di Romagna, il mio comune di residenza, si troverà quindi nei prossimi mesi a scegliere se aderire o meno a tale proposta. In caso affermativo il comune sarà coperto in maniera capillare da mini-antenne 5G per fornire servizi wireless, cioè il 5G irradiato nell’aria da sorgenti molto ravvicinate.
Tali antenne saranno installate sui lampioni della luce, sui balconi dei palazzi e nei tombini sotto i marciapiedi, esponendo la popolazione a un forte inquinamento elettromagnetico mai sperimentato che si aggiunge alle radiofrequenze già esistenti.
I rischi del 5G
Sulla carta l’offerta sembrerebbe straordinaria: un comune di montagna, svantaggiato e isolato, abituato a lottare con servizi di telecomunicazione lenti e instabili, finalmente avrebbe risolto i suoi problemi di connettività.
Tale scelta, in apparenza lungimirante, potrebbe in realtà mettere in serio rischio la salute dei cittadini che già devono fronteggiare un inquinamento elettromagnetico e non mai verificatosi in 300.000 anni di storia dell’uomo.
A tal proposito lo SCHEER (Scientific Committee on Health, Environmental and Emerging Risks), commissione tecnico-scientifica dell’Unione Europea, afferma che il «5G lascia aperta la possibilità di conseguenze biologiche»; l’Alleanza Contro il Cancro (fondata dal Ministero della Salute, ne fa parte pure l’Istituto Superiore di Sanità) sta studiando le cause di un tumore maligno al cervello (glioblastoma) puntando sull’invisibile inquinamento dei cellulari; l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (OMS) ha ufficializzato la rivalutazione della classificazione della cancerogenesi delle onde non ionizzanti, radiofrequenze riviste in Classe 2A (probabili cancerogeni) se non addirittura in Classe 1 (cancerogeni certi) mentre tra gli studi per le nuove polizze vita la nota compagnia d’assicurazioni Swiss Re menziona il 5G tra le minacce emergenti.
Ad oggi non esistono prove e/o sperimentazioni attestanti che l’esposizione alle radiofrequenze 5G non siano dannose per la salute dell’uomo, degli animali e dei vegetali.
Il contesto
Bagno di Romagna è un piccolo comune dell’Appennino romagnolo circondato da montagne verdissime e bellissime. È conosciuto tradizionalmente per le sue terme e perché parte del suo territorio è compreso nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Al contempo tantissime persone arrivano a Bagno di Romagna anche semplicemente per consumare un buon pasto tradizionale in uno degli innumerevoli ristoranti o agriturismi. Mangiare bene a Bagno di Romagna è lo standard.
Il comune è ricchissimo di acqua pulita che sgorga nei vari ruscelli che confluiscono nel fiume Savio e nei tre grandi laghi di Acquapartita, Pontini e Lungo. I prati verdi di erba medica spiccano durante la stagione estiva fra i campi coltivati a cereali; i boschi diventano uno spettacolo straordinario durante la stagione del foliage e in tanti accorrono per la raccolta delle castagne di cui i boschi sono ricchi. Molti contadini hanno mantenuto la tradizione di fare l’orto e di allevare un po’ di bestiame per la propria autosufficienza, i loro prodotti fatti in casa sono pura poesia.
Di recente Macrolibrarsi – nota azienda cesenate che opera nel commercio di prodotti biologici ed eco-sostenibili – ha scelto proprio Bagno di Romagna per realizzare una Fattoria dell’Autosufficienza come modello ed esempio di comunità sostenibile per il futuro.
Il dilemma che non c’è
Il comune oggi si trova con un patrimonio incredibile per il futuro. Ci sono le terme che attraggono persone che vogliono curarsi o semplicemente fare qualcosa di positivo per il loro corpo; le Foreste Casentinesi che richiamano gli appassionati di trekking, e in generale, coloro che praticano ecoturismo; i bellissimi laghi per chi vuole passare una bella giornata di relax all’aria aperta e i ristoranti e gli agriturismi che attirano gli amanti del buon cibo. Unendo i punti, sembrerebbe quasi scontato che un comune con queste caratteristiche dovrebbe puntare al 100% su ciò che in futuro avrà sempre più spazio: il BEN-ESSERE.
Il vecchio paradigma del BEN-AVERE inizia a vacillare e tante persone non sono più interessate a ciò che possiedono, quanto piuttosto alla salute.
Immagini di Bagno di Romagna
Distinguersi, non estinguersi!
Sappiamo che per star bene dobbiamo prima di tutto alimentarci correttamente, con prodotti coltivati in maniera biologica e senza inquinanti, privilegiando pietanze vegetali e integrali, in particolare alimenti freschi e appena raccolti. Il cibo industriale è ciò che più in assoluto mette in crisi il nostro intestino, e un intestino malato, vuol dire predisposizione a qualsiasi tipo di malattia. Bagno di Romagna dovrebbe quindi investire maggiormente per creare filiere del cibo locale, tradizionale e biologico. Dovrebbe distinguersi ulteriormente per l’attenzione alla salute nei confronti dei propri cittadini e dei visitatori, aspirando a diventare il primo comune romagnolo 100% biologico e libero da pesticidi. Malles, comune del Trentino-Alto Adige, lo ha già fatto nel 2014, salendo alla ribalta delle cronache per questa scelta unica e lungimirante.
Il secondo passo per star bene è il movimento fisico, ancor meglio se praticato all’interno di un bosco: i giapponesi chiamano questa attività Shinrin-Yoku ed è addirittura prescritta dai medici in Giappone e di recente anche in Scozia. Estendere i confini del parco fino alle porte del paese è un’idea proposta dall’amministrazione e bocciata dai cittadini, ma andrebbe assolutamente rivalutata in ottica di lungo periodo, magari considerando di arrivare alle porte del centro abitato, invece di includerlo, onde non spaventare chi teme vincoli edilizi.
Il terzo elemento importante per il proprio benessere è il riposo, ed è proprio questo che attira tante persone a Bagno di Romagna. Persone che vogliono rigenerarsi dallo stress cittadino, dalla velocità, dal rumore, dal caldo e dall’inquinamento. Per riposare bene, l’alimentazione e il movimento fisico sono fattori indispensabili, ma non sufficienti. È importante dormire in un ambiente accogliente, salubre e senza disturbi. Qualsiasi fonte di inquinamento – acustico, chimico ed elettromagnetico – può causare disturbi del sonno.
Ecco perché è importantissimo non dormire con il cellulare vicino o con un’altra fonte di inquinamento elettromagnetico. Spegnere il wi-fi prima di andare a dormire è un’ottima pratica che non ci costa nulla.
Il 5G è una follia per Bagno di Romagna
Nel contesto del mio comune, in definitiva, il 5G è una follia. Un comune montano non diventerà mai un’eccellenza tecnologica, nessuno mai si ricorderà di Bagno di Romagna come esempio di comune all’avanguardia per la velocità di connessione. Al contrario, sarebbe molto più plausibile e degno di nota che il comune fosse libero da inquinamento, pesticidi ed elettrosmog.
C’è chi ha pensato di provocarmi dicendo che “tanto se non lo faremo noi, lo faranno tutti gli altri e quindi prima o poi saremo costretti ad adeguarci, mica possiamo essere l’unico comune senza 5G”. Premesso che dubito fortemente che questo potrà mai accadere, la mia risposta è stata semplice e immediata:
Se veramente fossimo l’unico comune senza 5G, avremmo fatto bingo. Verrebbero ad abitare a Bagno di Romagna flotte di persone desiderose di vivere libere da elettrosmog, risolvendo così il problema dello spopolamento.
Verrebbero migliaia di visitatori per fare una vacanza rigenerante e libera da inquinamento di qualsiasi genere. Essere unici in qualcosa è ciò che rende noti e l’assenza del 5G andrebbe piuttosto visto come un vanto.
Il mio sogno per Bagno di Romagna
Bagno di Romagna è un bellissimo comune e può diventare un paradiso se sceglieremo di investire sulla bellezza e non sull’inquinamento per inseguire una crescita malata.
Qualche anno fa io e la mia compagna Giulia ci trovavamo per strada in Costa Rica. Il giorno seguente avremmo preso l’aereo per rientrare in Italia e cercavamo un bel posto non troppo lontano dall’aeroporto per passare l’ultima notte. A un certo punto Giulia, sfogliando la guida Lonely Planet, urlò: «L’ho trovato: Amarillo! La quintessenza dell’idillio rurale! È privo di banche e ha un unico internet bar. Portate con voi il denaro contante che vi serve».
Senza esitazione ci recammo verso quel paese sconosciuto e nacque in me un sogno. Un giorno, non troppo lontano, vorrei leggere sulla Lonely Planet: «Bagno di Romagna, la quintessenza dell’idillio rurale».
Scritto da Francesco Angelo Rosso
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