Ecco come creiamo bellezza, oggetti di qualità e processi utili a partire da materiali considerati di scarto

Tommaso Carmenati | custode presso il Centro di Ecologia Applicata Autosufficienza

Il tema cardine è sempre lo stesso: l’immaginazione. Finché crediamo possibili solo una gamma limitata di opzioni, non potremo mai neanche prendere in considerazione strade alternative rispetto a quelle già battute.

Al Centro di Ecologia Applicata Autosufficienza cerchiamo di rendere manifesto il cambiamento che vorremmo vedere nel mondo con esempi concreti e replicabili da chiunque, affinché chi sceglie di venire a trovarci, che sia per un corso o per una vacanza, possa trarre ispirazione da esempi virtuosi e ampliare il proprio immaginario.

È questo il nostro principale contributo al bene comune: se vedi esempi concreti di realtà che cercano di vivere in modo più sano, etico e rispettoso dell’ambiente che ci circonda, saprai che questa strada è percorribile. E questo amplierà enormemente la tua libertà personale di scelta. È così che, giorno dopo giorno, ci impegniamo a costruire un presente e un futuro migliori.

Occupandoci principalmente di ecologia e di stili di vita sostenibili, uno dei temi su cui poniamo molta attenzione è senza dubbio quello della gestione degli scarti. In questo articolo condivideremo alcune strategie “anti-spreco” che, oltre a rivelarsi particolarmente utili, dimostrano che per creare bellezza possiamo partire da ciò che è presente ogni giorno in natura e che spesso neanche prendiamo in considerazione. Tecnologia e natura possono essere perfettamente integrate. Bastano soltanto un pizzico di creatività e immaginazione.

Non dirmi che sprechi il legno

L’arredamento interno dell’agriturismo Autosufficienza è per la maggior parte realizzato in legno. Ivano, il nostro falegname e vicino di casa, si diletta a creare forme di ogni tipo a partire da ciò che il bosco ci offre: dal porta proiettore allo sportello per il contatore elettrico della sala dell’agriturismo; dal porta carta igienica e le mezze lune che sostengono le pietre di quarzo bianco fino alle lampade e alle maniglie degli sportelli della sala ottagonale; dai supporti per i rubinetti di acqua ai funghi per l’illuminazione dell’agricampeggio. Perdendovi un po’ negli spazi di Autosufficienza, magari durante una visita guidata, potrete scoprire numerose creazioni realizzate a partire dal legno locale. Collaboriamo spesso anche con Alessandro, di Eco-Spazi Design, che realizza mobili a partire da legno di recupero come pallets e legno portato dal mare. Un altro esempio interessante è quello delle scale dell’agricampeggio: solitamente i tronchi di castagno vengono utilizzati per realizzare tavole, murali o altri ritagli. Il ceppo, la parte vicina alla radice, essendo di diametro più ampio viene scartata. Francesco, prendendo ispirazione da un viaggio in Patagonia, ha deciso di creare le scalinate dell’agricampeggio proprio con questa parte di scarto. Belle e al tempo stesso indistruttibili. La segatura, lo scarto della falegnameria, e il cippato, ricavato delle potature, vengono utilizzati come pacciamatura nell’orto per trattenere l’umidità e limitare la crescita delle infestanti.

Esempi di orticoltura virtuosa

Oltre al cippato e la segatura, come pacciamatura nell’orto utilizziamo l’erba appena falciata e le erbe aromatiche che sono lo scarto della distillazione. I sistemi innovativi di riciclo nell’orto non finiscono qui. Con alcuni dei nostri vicini abbiamo un accordo di scambio per cui loro fanno pascolare i loro bovini nei nostri ampi terreni e in cambio ci danno del letame che utilizziamo per fertilizzare la terra. Dal momento che queste mucche sono alimentate in modo del tutto naturale, siamo sicuri che la nostra terra venga nutrita solo da ciò che le fa bene.

Un altro letame che utilizziamo nell’orto è quello delle nostre galline felici: gli scarti di cibo prodotti nel bio-agriturismo vanno a finire in una zona del pollaio a cui loro possono accedere. Così le galline mangiano questi scarti e il letame prodotto lo utilizziamo per fertilizzare la terra dell’orto. E saranno quelle stesse verdure dell’orto che finiranno nella tavola dei nostri ospiti. Andando a chiudere un intero ciclo. Per non parlare poi, della bontà delle uova delle nostre galline.

Grano: una ricchezza senza fine

Hai mai sentito parlare della pizza dell’autosufficienza? È uno degli aspetti di cui andiamo più fieri qui. Principalmente per tre motivi:

  • il forno in cui la cuociamo è stato realizzato durante un corso impastando acqua di sorgente, terra dell’orto e paglia, scarto della mietitura del grano. Per accendere il fuoco utilizziamo legno di scarto;
  • l’impasto della pizza è realizzato con farina di grani antichi locali, acqua di sorgente, lievito madre, olio extra vergine di oliva biologico italiano e sale marino integrale. Le materie prime sono biologiche e prevalentemente del territorio o a metro-zero. La pizza viene cotta grazie alla combustione della legna dei nostri boschi;
  • dopo aver cotto la pizza, estraiamo le braci dal forno e sfruttiamo il calore generato per cuocere il pane. Quelle ceneri poi verranno utilizzate per produrre bio-char, un composto utile a fertilizzare la terra dell’orto o altrimenti per produrre lisciva, utilizzata principalmente in passato in diverse modalità per la pulizia delle superfici e degli oggetti.

La paglia, scarto della mietitura del grano, è stata utilizzata per realizzare l’edificio della sala ottagonale e dell’agricampeggio, oltre che nell’impasto del forno in terra cruda.

L’acqua è alla base della vita

Tanti parlano di crisi idrica, come se fosse qualcosa che dipendesse dal clima o da condizioni esterne a noi. Pochi si chiedono, però, in che modo l’acqua che abbiamo a disposizione venga utilizzata. Al Centro Autosufficienza ci sono dei sistemi che permettono all’acqua piovana di essere rilasciata gradualmente nel terreno senza scivolare via e portare con sé la sostanza superficiale più fertile: stiamo parlando dei fossi livellari, o swales, e dei terrazzamenti.

L’acqua piovana inoltre viene raccolta in cisterne che, una volta riempite, scaricano nel lago a valle presente nell’orto. Le acque nere prodotte in agriturismo o in agricampeggio vengono convogliate nell’impianto di fitodepurazione dove, grazie all’azione meccanica della ghiaia e microbiologica delle radici delle piante, vengono depurate e raccolte in vasche per poi essere impiegate in diversi utilizzi, tra cui l’irrigazione.

La bio-piscina funziona allo stesso modo: l’acqua utilizzata nella vasca balneabile viene depurata dalle prime due vasche, creando così un sistema anti-spreco che attinge sempre dalla stessa acqua garantendone la pulizia.

Se trovi la pietra, trovi un tesoro

Il terreno in cui sorge oggi l’agriturismo Autosufficienza è stato investito migliaia di anni fa da una potente frana. Per questo motivo oggi, ogni qualvolta si scava, si trovano numerosi frammenti di pietra, il che può essere da una parte un limite, in quanto impedisce il proseguo dello scavo, e dall’altra una risorsa, in quanto permette di avere un materiale da utilizzare in diversi modi. Qui all’Autosufficienza abbiamo utilizzato la pietra per realizzare l’edificio principale, i muri a secco e per i camminamenti.

La struttura più ecologica d’Italia

Molto spesso, quando varco il cancello di Autosufficienza, mi soffermo ad osservare tutto quello che è stato fatto negli anni. Ciò che mi risalta più all’occhio è questa sorta di matrimonio tra uomo e natura, un’unione antica e al tempo stesso moderna. Un’unione che sancisce in modo definitivo che un mondo diverso, in cui la custodia della terra sia il fondamento principale, è possibile. Ma oltre che possibile, è anche bello e permette di elevare le qualità intrinseche dell’essere umano. Oggi possiamo dire tranquillamente che l’agriturismo Autosufficienza è la struttura ricettiva più ecologica d’Italia: da strutture fatiscenti ed inquinanti, campi abbandonati e prossimi al rimboschimento è stato realizzato un paradiso di biodiversità e bellezza. È partendo proprio da temi come la sostenibilità che stiamo, tassello dopo tassello, realizzando il cambiamento che vorremmo vedere nel mondo.

Questo articolo è apparso sulla rivista Vivi Consapevole 74 (settembre/novembre 2023).