L’ultimo video è dedicato al Foraging, ovvero la raccolta di cibo spontaneo, erbe medicinali e materiali di costruzione esplorando il territorio, entrando in connessione con esso e ripercorrendo antiche tradizioni. Fergus Drennan da oltre 25 anni ha fatto di questa filosofia il suo stile di vita, elaborando anche tecniche sperimentali come la realizzazione di carta dai funghi e sciroppo dai giunchi che si trovano vicino alle paludi. Ci mostrerà quindi come alcune piante comuni non sono solo commestibili, ma anche gustose e ricche di nutrienti e anti-ossidanti.

Living with the Land - Parte 9 [sub ITA] - Il foraging del XXI Secolo

 

Trascrizione del video

Quasi tutte le piante presenti nei nostri orti hanno un antenato selvatico che cresce ancora oggi. I frutti selvatici sono gratuiti e abbondanti e offrono nuovi sapori e avventura. La conoscenza dei frutti selvatici è legata a quella del luogo in cui si vive e delle stagioni. Conoscere le proprietà medicinali e nutritive delle piante è divertente e permette di scoprire cose nuove. Oggi, raccogliere frutti selvatici è espressione del nostro desiderio di ridefinire e tutelare la conoscenza della natura e di vivere con la terra. Prendere l’abitudine di raccogliere frutti selvatici in modo contenuto e sostenibile è un modo bellissimo di tornare in contatto con la natura che ci circonda ma in maniera molto tangibile perché in un certo senso ingerisci un pezzetto di natura, che quindi diventa parte integrante di te.

Se pensiamo ai tanti modi in cui possiamo procurarci il cibo, capiamo che il moderno sistema alimentare industrializzato non è assolutamente sostenibile, quindi dobbiamo ragionare all’interno di questo contesto. ed è quello che faccio quando qualcuno mi dice: “se tutti raccogliessimo frutti selvatici non sarebbe sostenibile”. Ma il fatto è che lo si può rendere una sfaccettatura della propria vita, del proprio modo di essere. Si può partire semplicemente raccogliendo qualche mora, fino ad arrivare a preparare zuppa di ortiche sufficiente per un mese.

A volte quando si passeggia tra la natura si notano delle cose che spiccano, forse si sa già cosa aspettarsi in quel luogo, ma può sempre esserci una sorpresa. Questa è una sorpresa fantastica, l’olivello spinoso. Anche chi non conosce questa pianta, benché sia tra le bacche più nutrienti che crescono nel nostro paese, verrebbe attratto comunque dalla bellezza di questa stupenda pianta.
Il succo dell’olivello è ottimo da bere al mattino per ricaricarsi, al posto del solito caffè, ha un profumo molto intenso ed è ricco di vitamine, in particolare di vitamina C ma anche di tante altre.

Sono tanti i consigli da dare a chi raccoglie per la prima volta. Di solito inizio parlando di una generazione dimenticata. Oggi questa pratica sta tornando in voga, ma in generale, con la nostra cultura della comodità, l’abbiamo abbandonata a livello di specie umana. Eppure ci sono stati periodi del passato anche recente in cui è stata utilizzata. Ad esempio potrebbero averlo fatto
i vostri nonni durante la guerra. Chiedetelo a loro, probabilmente vi risponderanno che raccoglievano i cinorrodi, le more, o il biancospino, perché era normale farlo durante la guerra.
Sono tutte piante comuni, quindi vi invito a imparare a riconoscerle: i cinorrodi, le more,
il biancospino, l’ortica, piante molto versatili e gustose con cui si possono preparare tante ricette e che si trovano in grandi quantità.

Un aspetto che mi piace molto è che essere raccoglitori è insito nella nostra natura, è nei nostri geni,
quindi per me è un gesto radicale in termini di pari opportunità che tutti abbiamo di compierlo. Ma al tempo stesso percepisco anche una lieve contraddizione perché per accumulare le conoscenze necessarie per farlo in modo sicuro e sostenibile serve molto tempo. Io ad esempio lo faccio in maniera significativa da ormai oltre venticinque anni. Sto raccogliendo alghe rosse commestibili. Ne esistono molte varietà simili nei mari inglesi ma questa è particolarmente versatile. Si può essiccare, sminuzzare, usare come condimento, avvolgere attorno al pesce o altri alimenti,
si può friggere, farci un brodo buonissimo, metterla nell’impasto del pane, di dolci o biscotti.
Esemplifica molto bene la versatilità delle alghe, che non sono solo delle cose viscide sulla spiaggia, come forse pensano alcuni, ma si possono utilizzare per preparare tanti piatti diversi, tutti gustosissimi.

Adoro questa attività per tanti motivi, perché tocca molti aspetti fondamentali della vita, anche nelle sue dimensioni più profonde e spirituali. Una motivazione quasi ovvia per me è che quando mi guardo intorno vedo un mondo sempre più frenetico e forsennato mentre la raccolta avviene in una dimensione temporale tutta sua, è quasi come se il tempo si fermasse. Si vive nel momento, perché è un’esperienza che coinvolge a fondo i sensi: la consistenza, i sapori, il mare, passeggiare sulla battigia, il sole sulla schiena oppure il vento e la pioggia, si è immersi negli elementi naturali e quindi è un’esperienza concreta e coinvolgente. Per me significa tante cose: è creatività, è una conversazione, un dialogo con la natura e con il posto che occupiamo in essa, ma è anche un dialogo con i nostri antenati, con il rapporto che loro avevano con le piante.

Questa pianta, la stiancia, detta anche coda di gatto, ci porta indietro nella storia perché in passato
l’uomo la utilizzava in vari modi. In particolare i nativi americani usavano l’amido presente nel rizoma, che sta sotto terra, usavano la parte interna dello stelo, le infiorescenze acerbe, queste invece sono mature.

A me piace misurarmi con l’aspetto creativo che significa trasportare nel futuro questo dialogo con la natura. Conosciamo gli utilizzi tradizionali ma possiamo attingere alla nostra creatività e chiederci cos’altro possiamo fare. E quindi, oltre all’uso tradizionale di questa pianta come materiale isolante, io ne estraggo uno sciroppo per fare delle bevande, quindi ho aggiunto il mio contributo personale, e lo trovo molto divertente e stimolante. Anche questa pianta è molto diffusa
e facile da riconoscere e questo ci riporta al discorso di quanto sia semplice iniziare a familiarizzare con la raccolta dei frutti selvatici e di come chiunque possa iniziare a farlo.

Non serve una laurea, non serve essere esperti botanici. Siate semplicemente umani, esplorate la natura, iniziate a informarvi, invitate gli amici, trovate un gruppo di persone che condividano questo interesse e fate una passeggiata, si può fare ovunque. Basta imparare le basi per essere motivati a fare il passo successivo espandendo sempre più le proprie conoscenze. Come in tutto ciò che vale la pena fare, il sapere si accumula lentamente e gradualmente, senza fretta. È un percorso di apprendimento lungo tutta la vita che riguarda il nostro ruolo nella natura.

 

Living With the Land – Vivere con la Terra

Living With the Land è un celebre documentario sulla Permacultura prodotto dalla rivista inglese Permaculture assieme al progetto Permaculture People UK.

living-with-the-landLa traduzione di questo documentario in lingua italiana è a cura della rivista ViviConsapevole.it.

Vi proponiamo su questo sito i nove interessantissimi video sottotitolati in italiano che documentano progetti di successo ispirati dal metodo della Permacultura. Nove esempi che speriamo vi siano d’ispirazione per la realizzazione di piccoli o grandi idee, sia che abitiate in campagna che in città.

Guarda gli altri video