Visitare Autosufficienza
Entrando scalzi nel bio-agriturismo sarà possibile vedere gli intonaci in calce-canapa e terra cruda, la grande stube a forma di fiamma, l’impianto microcapillare a parete, i mobili realizzati in legno naturale e, in generale, un edificio in classe A costruito con soli materiali naturali.
Noi, avamposti di biodiversità
Dalla salvaguardia dei semi a quella degli esseri umani, dei saperi e delle idee: la missione della Fattoria dell’Autosufficienza
Per 300.000 anni gli esseri umani si sono evoluti sulla Terra in autosufficienza grazie a ciò che offriva la natura, inserendosi nei cicli naturali e nell’equilibrio ecologico terrestre. Uomini e donne sono stati in grado di costruire il proprio riparo con ciò che la natura offriva nei dintorni, di procurarsi ed autoprodursi il cibo di cui necessitavano, di riscaldarsi con il fuoco, di curarsi con le erbe medicinali, di sopravvivere a grosse epidemie e catastrofi.
Posso andare a vivere in una Tiny House anche in Italia?
Tanti sognano di poter vivere in una Tiny House in mezzo alla natura e scegliere uno stile di vita sostenibile ed essenziale. A La Fattoria dell’Autosufficienza hai la possibilità di rendere il tuo sogno realtà, almeno per qualche giorno, ma soprattutto, sperimentare con mano questo nuovo concetto di vita.
Dal 2021 una piazzola del nostro agricampeggio ospita una bellissima casetta di legno su ruote, omologata per la strada proprio come una roulotte e dotata di tutti i comfort.
Per sapere di più sulla nostra Tiny House clicca qui.
C’è sempre un’alternativa
Disobbedire e scegliere di essere sani, nonostante la dittatura sanitaria
Era una giornata di metà novembre, di quelle con la nebbia, il freddo che inizia a farsi sentire e i profumi della montagna in autunno che diventano sempre più intensi. Quella mattina la polizia mi aspettava all’ingresso della scuola elementare di Montepetra.
Il cambiamento che vogliamo
Come ho ristrutturato la Fattoria dell’Autosufficienza, imparando da grandi esempi e da grandi errori
Avevo 24 anni quando io e la mia famiglia decidemmo di acquistare, in montagna, 70 ettari di terra abbandonata e circa 1.500 metri quadri di edifici fatiscenti, molti dei quali ricoperti di amianto. La mia esperienza in edilizia era, allora, pari a zero. Non avevo nessuna idea di come funzionasse un impianto idraulico, di come si isolasse una casa, delle modalità di riscaldamento e raffrescamento, come produrre energia, scegliere gli infissi. L’unica cosa di cui ero certo è che avrei ricostruito tutto utilizzando solo materiali naturali, coerentemente con le nostre scelte familiari, da sempre orientate alla salute naturale e all’alimentazione biologica e, per molti anni, macrobiotica.
Un mondo in fermento
Ogni nascita di un uomo libero ci ricorda che un mondo diverso da quello voluto dai poteri forti è ancora possibile
Come è andato il 2020? A questa domanda ricevo spesso la risposta “di m**da” ma, non di rado, anche la seguente: “mi vergogno un po’ a dirlo, per me è stata una grande annata”.
Siamo tutti d’accordo sul fatto che sia stato un anno di grande fermento, che ha stravolto le nostre vite. Per ritrovare nella storia cambiamenti così radicali nello stile di vita dell’umanità dobbiamo tornare indietro di almeno settant’anni, ovvero alla seconda guerra mondiale. Tutti quanti abbiamo perso un enorme quantità di certezze, che poi in realtà, se ci pensiamo bene, non sono mai esistite.
Ad aver colto enormi vantaggi da questa crisi sanitaria globale sono stati sempre loro: le grandi corporazioni della Silicon Valley e le persone più ricche del mondo che hanno ulteriormente incrementato i loro patrimoni. Anche tra le persone comuni qualcuno si è ritrovato, fortunatamente, a cogliere dei vantaggi imprevisti da questa situazione o, semplicemente, in questo anno nefasto
alcuni hanno avuto un regalo dalla vita, come ad esempio la nascita di un figlio, che ha cancellato tutto il negativo.
Molti hanno introdotto nelle loro vite cambiamenti positivi, come ad esempio riavvicinarsi alla natura e a un mondo meno artificioso, autoprodurre il proprio cibo, educare in maniera più appropriata i propri figli, prendersi cura del proprio corpo, riunirsi con amici e conoscenti in una comunità intenzionale. Altri in maniera proattiva si sono reinventati sapendo cogliere le opportunità che ogni crisi apre in termini economici, politici, sociali, intellettuali.
Purtroppo la maggior parte delle persone, come spettatori, è rimasta imprigionata nella trappola del terrore e della paura, in attesa di essere salvata.
Siamo cambiamento
Anche all’epoca del Covid-19 possiamo agire nella bellezza e nella positività, per combattere la cultura della paura
È quasi passato un anno dall’inizio della narrazione sul virus influenzate Covid-19. Sulla base dalla nostra cultura e tradizioni, del nostro trascorso di vita, delle persone che ci circondano, dei canali di informazione ai quali attingiamo, della nostra emotività, ognuno di noi si è fatto una propria opinione sull’argomento. Io per mesi non ho saputo resistere alla tentazione di condividere la mia idea, nel vano tentativo di aprire gli occhi a chi per me non vedeva e ragionava riportando le argomentazioni di un abile narratore. Evidenze scientifiche, grafici, tabelle, statistiche, postulati filosofici, articoli, eventi storici, citazioni non hanno fatto altro che allontanare ancor di più chi la pensava diversamente da me.
Vietato non copiare
Copiando possiamo cambiare il mondo
A scuola ci insegnano a non copiare
A scuola difficilmente accettavo di sottomettermi al volere dei professori se non lo ritenevo idoneo alla situazione, e per questo inevitabilmente capitava di essere in contrasto con loro. Non amavo particolarmente studiare i libri accademici, ma leggevo moltissimo e questo mi ha sempre aiutato a ottenere voti piuttosto alti, anche se non ero particolarmente preparato sull’argomento specifico. Negli ultimi anni delle superiori avevo affinato la tecnica del copiare dai miei compagni di classe più preparati. Grazie a una migliore esposizione, non di rado, riuscivo a prendere un miglior voto del compagno da cui avevo copiato.
Come aiutare la Fattoria dell’Autosufficienza a crescere
Per la Fattoria dell’Autosufficienza questi sono gli anni della costruzione, della sperimentazione e della ricerca per tradurre in pratica il progetto.
La fase della partenza come in ogni progetto è quella che richiede più energia, tempo, lavoro, risorse economiche e abilità.
Coltivare noi stessi
È il primo passo per entrare in relazione consapevole con l’ambiente: ecco cosa unisce Yoga e Permacultura
La Fattoria dell’Autosufficienza fin dal suo inizio, nel 2009, è stata progettata in permacultura con l’obiettivo di diventare il cambiamento che vorremmo vedere nel mondo. Lo scopo della progettazione è di autoprodurre tutto quello che ci serve per la nostra sopravvivenza e al contempo mantenere in equilibrio noi stessi e l’ecosistema che ci circonda.
La permacultura si occupa della progettazione di insediamenti umani sostenibili nel tempo e basa i suoi principi su tre etiche fondamentali: cura della terra, cura delle persone e condivisione del surplus. In Italia sicuramente, ma forse anche all’estero, molti confondono la permacultura con una tecnica di agro ecologia per realizzare orti e spazi verdi.
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