Dalla salvaguardia dei semi a quella degli esseri umani, dei saperi e delle idee: la missione della Fattoria dell’Autosufficienza

Per 300.000 anni gli esseri umani si sono evoluti sulla Terra in autosufficienza grazie a ciò che offriva la natura, inserendosi nei cicli naturali e nell’equilibrio ecologico terrestre. Uomini e donne sono stati in grado di costruire il proprio riparo con ciò che la natura offriva nei dintorni, di procurarsi ed autoprodursi il cibo di cui necessitavano, di riscaldarsi con il fuoco, di curarsi con le erbe medicinali, di sopravvivere a grosse epidemie e catastrofi.

Non è stata certamente un’evoluzione idilliaca, ma siamo arrivati fino ad oggi grazie alla resilienza che caratterizza la nostra specie, alla nostra capacità di adattarci ai cambiamenti e di superare anche le più grosse crisi ed epidemie per merito  delle nostre risorse interne.

Homo artificialis

In Occidente in pochi decenni abbiamo disimparato tutto, diventando sempre più assoggettati a un piccolo gruppo di multinazionali e oligarchi e sempre meno adatti a sopravvivere sul pianeta Terra.

Siamo sempre più deboli, dipendiamo da un pugno di aziende per i semi, per i fertilizzanti, per il cibo, per l’energia, per il calore, per l’acqua, per la salute, per il divertimento, per comunicare tra noi e sempre più per tutte le piccole e grandi scelte che compiamo ogni giorno. Spesso è un navigatore satellitare che sceglie per noi se svoltare a sinistra o a destra, un algoritmo che sceglie qual è il miglior hotel o ristorante per i nostri gusti. Ben presto gli algoritmi ci conosceranno meglio di noi stessi e saranno in grado di scegliere cosa acquistare, chi sposare, che lavoro fare al posto nostro

L’evoluzione dell’intelligenza artificiale, della robotica, dei microchip e l’integrazione uomo-macchina ci stanno proiettando in un mondo nuovo, completamente dipendente da chi controlla il mondo dell’artificiale.

L’uomo occidentale sta diventando sempre più simile a una pianta OGM. Abbiamo sempre più difficoltà a riprodurci in maniera naturale, non siamo in grado di sopravvivere senza trattamenti sanitari più o meno invasivi, inquiniamo sempre di più, abbiamo bisogno di sempre più acqua, sempre più energia e siamo completamente scollegati dai cicli biologici naturali.

La Fattoria dell’Autosufficienza

Dodici anni fa ho scelto di prendere una direzione diversa da quella tracciata dalle grosse multinazionali. Sicuramente un sentiero molto più tortuoso, molto più in salita, ma che garantisce un panorama ineguagliabile.

Un luogo che era disabitato da cinquant’anni e non più coltivato da vent’anni perché poco interessante per l’autostrada dell’economia e della finanza, in poco più di dieci anni è stato trasformato in un Eden con strutture in bioedilizia, orti terrazzati, foodforest, vigneto, piante da frutto, frutti di bosco, erbe aromatiche, galline, pecore, api, bacini acquatici e spazi di bellezza e biodiversità.

La Fattoria – inizialmente pensata come azienda agricola e progetto di resilienza per la mia famiglia – si è evoluta in centro di accoglienza, di formazione, di ispirazione: un laboratorio costante per la realizzazione di un nuovo mondo basato sul bene comune, sul bene delle prossime sette generazioni e sulla bellezza e coerenza della biodiversità naturale.

Due società a confronto

Lo stile di vita e la coerenza che promuoviamo ci permettono di fare confronti anche molto pratici con la società che ci circonda:

  • negli ultimi due anni nessuno in Fattoria ha mai indossato mascherine, usato gel pesticida per mani, fatto vaccini o tamponi;
  • al contrario delle disposizioni imposte da big pharma, abbiamo continuato a vivere in maniera umana, ad abbracciarci, ballare, cantare, incontrarci davanti al fuoco a prescindere delle folli limitazioni alla circolazione imposte alla popolazione;
  • abbiamo lavorato sulla salute e sull’elasticità del sistema immunitario invece che sulla sterilità e il contrasto ai virus.

Il risultato è stato eccezionale, se comparato alla società guidata dagli interessi della chimica e delle multinazionali. In Fattoria siamo tutti in salute e con questo termine non intendiamo semplice assenza di sintomi ma benessere fisico, mentale e sociale.

Un nuovo mondo è possibile

Nel 2021 sono già nati due bambini in Fattoria. Uno è mio figlio, l’altro di una famiglia che ha scelto di vivere lo stesso contesto da poco più di un anno.

Giulia e Beatrice hanno vissuto la gravidanza in grande serenità senza fare analisi, visite o altre attività tipiche delle persone malate. Sono state all’aria aperta, hanno camminato nei boschi, hanno vissuto pienamente uno dei più bei periodi della loro vita.

I bambini sono nati in casa, senza assistenza sanitaria. Il parto è stato velocissimo, un atto fisiologico che nulla ha da spartire con i luoghi tipici della malattia. Allattati al seno, senza necessità di pediatri, vaccini o altre diavolerie dell’industria chimico-farmaceutica, i bambini stanno crescendo sani a contatto con la terra, con gli animali e con altri bambini liberi.

Impareranno dalla scuola della natura, osserveranno gli adulti nelle mansioni tipiche degli umani come prodursi il cibo, lavorare il legno, costruire, ma anche relazionarsi intorno al fuoco, abbracciarsi, festeggiare e celebrare la natura, i suoi doni e la sua incredibile abbondanza.

E poi prenderanno la loro strada in libertà pronti per vivere in questo pianeta e per costruire anche loro il meglio per le prossime sette generazioni.

Scritto da Francesco Rosso.
Questo articolo è apparso sulla rivista Vivi Consapevole 67 (dicembre/febbraio 2022).