Quando nel 2009 nacque il progetto Autosufficienza il luogo non era più abitato da cinquant’anni e i terreni non erano più coltivati da vent’anni.
Non esisteva nessun spazio coperto agibile. Nel 2010 per avere una base minima di appoggio costruimmo una compost toilette (bagno a secco) e ordinammo tramite Silent Breeze (società non più operativa) una yurta direttamente dalla Mongolia.
La yurta è la tipica abitazione dei mongoli ma anche di altri paesi limitrofi che per natura sono nomadi e abitualmente si spostano ogni 6 mesi. È una struttura facilmente montabile e smontabile equiparabile ad una tenda ma con il vantaggio di avere un’ottima coibentazione che tradizionalmente è di feltro (peli di pecora, capra, cammello, yak, ecc.).

La prima yurta, resa autosufficiente grazie ad un pannello fotovoltaico, una micropala eolica, una batteria al gel e una piccola stufa a legna è stata inizialmente uno spazio multifunzionale dove dormivamo, mangiavamo e tenevamo corsi, per poi diventare il dormitorio dei woofers (volontari) e infine oggi diventata camera per gli ospiti dell’agricampeggio.

Nel 2021 nell’agricampeggio, sempre dedicata agli ospiti, è arrivata una nuova yurta, questa volta Made in Italy (laleggera140.wixsite.com/my-site). Rispetto alle Yurte originarie è più alta, più robusta e più luminosa. Come coibentante al posto del feltro è stata usata la canapa, più adatta al nostro clima soprattutto all’umidità invernale.

A differenza delle yurte tradizionali dove i tessuti sono più pezzi sovrapposti e tenuti fermi da corde ben tirate sulla circonferenza, il telo esterno è un pezzo unico e viene avvitato in alto al cerchio, alla pedana e su tutti i bordi degli infissi. Questo garantisce una maggiore sicurezza in caso di forti venti. Inoltre esternamente non ci sono corde che usurano molto il tessuto, l’unica corda di tenuta strutturale è un cavo di acciaio inox che contiene la struttura in legno e passa all’interno.

Le yurte della Fattoria hanno un arredo essenziale, con pavimento in legno non trattato, illuminazione a led e rispettivamente 4 e 6 letti. Non dispongono di bagno che è in struttura distaccata.

 

Che permessi sono necessari per installare una yurta?

Gli stessi che servono per mettere una tenda se non si fanno fondazioni, opere murarie o allacci permanenti.
Ogni comune ha una legislazione differente sulla possibilità di posizionare tende in ambito privato, agricolo, ecc.

Dove è possibile acquistare una yurta?

La domanda sempre in crescita ha fatto si che anche l’offerta crescesse in Italia. Su internet è possibile trovare diversi venditori, alcuni producono altri importano.
Con Diego Carletti (laleggera140.wixsite.com/my-site) noi ci siamo trovati molto bene. Ci ha fatto anche assistenza per ristrutturare la vecchia yurta che dopo 10 anni aveva bisogno di un po’ di manutenzione.

 

Quanto costa una yurta?

Il prezzo cambia a seconda del diametro, provenienza, numero di infissi, rifiniture, ecc.
Per dare un’indicazione la prima Yurta che acquistammo nel 2010 con un diametro di 6,5 metri costò 5.000 euro. La seconda acquistata nel 2021 con un diametro di 5 metri è costata 7.500 euro. Nell’ultimo anno i prezzi sono ulteriormente aumentati.
Va poi sempre considerata la necessità di fare una piattaforma su cui poggiare la yurta. Noi l’abbiamo sempre autocostruita a palafitta in legno di castagno e larice con un costo indicativo di 1.000 euro.

Quali lavori di manutenzione sono necessari?

Durante l’inverno sarebbe bene accendere ogni tanto la stufa, soprattutto quando è freddo perché il feltro soffre molto l’umidità.
Ogni 3-4 anni è necessario sostituire il telo esterno di protezione anti UV.